In un mondo in cui il successo è misurato dall’abilità di pubblicare un secondo singolo e la longevità si misura in nanosecondi, il solo fatto di aver superato i trent’anni di attività è da considerare una vera rarità. Ma Southside Johnny and the Asbury Jukes non solo sono sopravvissuti, ma continuano a prosperare: oltre trenta album all’attivo, diversi EP e un box set; migliaia di show live in tutto il mondo; una legione di fan fedeli ed entusiasti; dozzine di pezzi diventati dei classici; una pubblicazione nominata da Rolling Stone uno dei “migliori 100 album degli anni 70 e 80”.
Southside Johnny and the Asbury Jukes sono nati nella scena delle coste del New Jersey nel 1974, e sebbene siano stati significativamente influenzati da Bruce Springsteen and The E Street Band (e ne abbiano preso in prestito alcuni membri), i Jukes si sono evoluti in qualcosa di più di una band di ottoni R&B nella tradizione della tradizione della Stax Records di Memphis. Guidata dal cantante John Lyon, dall’autore e chitarrista Steve Van Zandt – che l’ha lasciata nel 1975 per unirsi alla E Street Band ma ha continuato a produrla, gestirla e scriverne i pezzi – e Richie Rosenberg, la formazione è conosciuta per gli show ad alto concentrato di energia e le canzoni scatenate, tra le quali I Don’t Wanna Go Home, Havin’ a Party, The Fever, Talk to Me, Trapped Again e This Time It’s For Real.